Uno spettacolo fatto con poco – non per forza di poco – conclude la prima serata di PF2.0 con l’entusiasmo della recitazione dei DoveComeQuando. Nell’assistere a questa commedia dal soggetto tarantiniano, all’insegna più del kitsch che del grottesco, è difficile individuare il confine tra arte drammatica e gioco, tra innovazione e provocazione o semplice e ostentato disinteresse per la finzione scenica.
La presenza degli attori sul palco si fa performance di una strana evidenza per cui ciò che è in scena si trasfigura nel suo contrario, la debolezza nella forza, il movimento in immobilità e le certezze in dubbio.
Anche quelle degli spettatori
Giulio Bellotto