L’ultimo capolavoro Pixar, diretto da Pete Docter, ha un’ambientazione del tutto originale e mai vista: il cervello.
Con Inside Out il mondo dell’animazione si avvicina all’anatomia, probabilmente prendendo alla lettera l’espressione “introspezione psicologica dei personaggi”, e indaga l’elaborazione di un evento traumatico (il trasferimento dal Minnesota a San Francisco) in una bambina di undici anni, Riley. (altro…)
rabbia
Quel noioso giorno d’estate
Così inizia L’odio, film scritto e diretto da Mathieu Kassovitz e interpretato da un giovane Vincent Cassel. Nel 1995 la pellicola vinse il premio alla regia al 48º Festival di Cannes, raccontando in modo crudo e brutalmente onesto un fatto di cronaca, l’uccisione di un ragazzo delle banlieue parigine da parte della polizia francese.
L’ennui. La haine. La rage.
Questi sono i sentimenti e le parole che riecheggiano nello spettacolo che la formazione romana / I Morsi / Rassegna Impermanente di Teatro ha presentato al Leoncavallo martedì scorso: Quel noioso giorno d’estate, con la regia e drammaturgia di Niccolò Matcovich, richiama in pieno l’atmosfera ed i temi portanti del film di Kassovitz.
Il linguaggio giovanile, colmo di arroganza e volgarità adolescenziale, ricalca il verlan del tipico gergo parigino anche se il teatro del centro sociale milanese offre una diversa ambientazione: gli attori Federico Antonello, Francesco Aricò e Alberto Manchino ci portano in Oklahoma a rivivere un fatto di cronaca agghiacciante quanto quello rappresentato sul grande schermo da Cassel: Usa, tre teenager uccidono “per noia” un ragazzo che stava facendo jogging.
Un’interessante scelta registica vede i tre intenti a riavvolgere un nastro vhs disponendo sul palco dei vestiti, nei quali entreranno per mostrarci l’omicidio con lungo e intenso flashback. Emergono così tutto l’odio e la rabbia di adolescenti che, per motivi differenti, si ritrovano a condividere giornate buttate nella noia e nei frustranti ed assordanti tentativi di sentirsi uomini, virili , forti abbastanza per superare la sofferenza e la negatività che portano dentro e che non riescono o non possono ammettere, vittime di una povertà culturale che li vuole uomini duri, senza ombra di debolezze.
Scacco matto alla virilità.
Tre adolescenti che giocano, si prendono in giro, esagerano cercando di superare continuamente un limite che sanno di non poter oltrepassare e sul quale si fermano di continuo, tenendo il pubblico sempre in attesa col fiato sospeso.
In attesa che il peggio accada. Finchè, la caduta.
E’ la storia di una società che precipita e che mentre sta precipitando si ripete per farsi coraggio: “Fino a qui tutto bene- fino a qui tutto bene- fino a qui tutto bene.”
I protagonisti di Quel noioso giorno d’estate rimangono sospesi anche dopo il loro atterraggio. Alla domanda “Perché lo avete fatto?” rispondono con strafottenza “Per divertirci “. Per noia. Per odio. Per rabbia.
Eliana Cianci