Forma bonum fragile est.
Ovidio
Molte differenze intercorrono tra i nostri tempi e quelli in cui questo verso fu composto ad opera di uno dei più grandi poeti della latinità che, non a caso, definisce i suoi componimenti elegiae flebilĭa carmina: i canti flebili del lamento. A differenza della sua controparte greca, più frequentemente di carattere mitico o eroico, l’elegia latina è un componimento intimo, delicato e naturalmente plasmato per essere bello, tanto che Quintiliano, l’illustre capostipite di tutti i critici letterari, ebbe a dire
elegia quoque Graecos provocamus (anche nell’elegia siamo al pari con i Greci).
E’ impossibile dire con precisione quanta della loro bellezza sia dovuta alla fragilità, anche emotiva, che traspare dall’io lirico di queste poesie; al di là delle questioni esegetiche e storiche, come sempre quando si parla di letteratura il giudizio ultimo appartiene alla sensibilità del lettore.
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