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Giselle, un classico sempre valido

Tra i balletti classici, Giselle sicuramente si posiziona tra i miei preferiti. Andato in scena per la prima volta nel 1841 a Parigi, il balletto è fin da subito entrato nell’immaginario collettivo come un capolavoro indiscusso dell’arte della danza. Le musiche sono di Adolph-Charles Adam, famosissimo compositore di musica per balletto francese. La coreografia invece è, ufficialmente di Jean Coralli, che si è occupato dei passi comuni, mentre invece, i passi di Giselle sono stati ideati dal Jules Perrot, amante della ballerina che per prima interpretò questo balletto Carlotta Grisi. Il libretto invece è di Theophile Gautier, romanziere francese, che trasse ispirazione per quest’opera dal libro di Heinrich Heine “De l’Allemagne”. Nel balletto vengono fuori cosi tanti aspetti legati al romanticismo da farne la bandiera del balletto classico romantico del 1800. In primis la sinossi. Molto brevemente: Giselle è una contadinella che si innamora di uno sconosciuto. Quando Giselle viene a sapere che il suo amato è in realtà un principe (principe Albrecht) già promesso sposo ad una principessa muore. Nel secondo atto Giselle, divenuta una willi, spiriti simili agli elfi, concede la grazia al suo principe salvandolo dalla punizione divina di dover ballare fino allo sfinimento, ballando con lui e aiutandolo. In secondi le musiche. Leggere ma allo stesso tempo profonde, come il tema centrale di Giselle. Non mancano momenti drammatici, ma la musicalità di base è quella di un’opera che seppur infelice, in termini di trama, lascia spazio alla bellezza e alla forza dell’amore.

Alla Scala va in scena proprio in questi giorni Giselle. La produzione è tradizionale, paesaggio fiabesco nel primo atto e cimitero paludoso nel secondo. Trattandosi dunque del balletto classico per eccellenza, sia per sinossi che per musiche che per coreografia, non vi è spazio per adattamenti moderni e costumi stravaganti. A differenza infatti di molti balletti, Giselle negli anni non è mai stata ritoccata e la originalità dell’opera rimane intaccata. La scena è pulita, le luci fiabesche e la direzione musicale del francese Patrick Fournillier giusta. Essendo dunque un’opera classica ben nota al mondo del balletto, Giselle è il palcoscenico ideale per la consacrazione di un ballerino. Dopo infatti le prime 5 rappresentazioni dove ad interpretare Giselle e il Principe Albrecht sono stati gli etoile Zakharova e Bolle, la coppia sublime del balletto dei nostri giorni, nelle altre rappresentazioni si sono alternati vari artisti di fama internazionale: Maria Eichwald, Natalia Osipova e Sergei Polunin, oltre che a Antonino Sutera, Lusmay Di Stefano e Claudio Coviello. Io ho avuto il piacere di vedere la coppia Eichwald-Coviello che proprio mi è piaciuta. Voglio però sottolineare anche la prestazione di Alessandra Vassallo nel ruolo di regina delle Willi: magnifica. Piacevole sia da vedere che da sentire, Giselle potrebbe essere una prima esperienza per chi al mondo del teatro e del balletto non è abituale. Per una breve parte della vostra giornata infatti, rimarreste incantati dalle musiche e dai passi del balletto che ha fatto la storia di quest’arte.

Sebastiano Totta

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In ogni caso nessun rimorso

Anarchici, prostitute, poveri, operai. Deviati e devianti dalla strada maestra dello status quo, del conformismo e del grigiume di una cittadina industriale della Francia ottocentesa. Potrebbe essere Lione, dove è nato Jules, protagonista di “In ogni caso nessun rimorso”, spettacolo presentato dalla compagnia Borgobonò nella prima giornata di PF2.0 .

Si tratta della prima parte di una piece dal forte impianto cinematografico, giocata su pochi elementi fondanti: violoncello e voce dal vivo che accompagnano un movimento scenico curato fin nel minimo dettaglio, e per questo molto puntuale e preciso. La scenografia semplice e modulare, assemblata sul palco scena per scena completa il quadro.

Per chi avesse visto questo spettacolo, ieri al Ringhiera o in altre occasioni, segnaliamo la possibilità di lasciare un commento o un suggerimento agli artisti nel loro sito, dove troverete anche i riferimenti della campagna di crowdfunding in corso per finanziare la seconda parte del progetto.

Giulio Bellotto