Qualche giorno fa lo scrittore Roberto Saviano ha criticato apertamente il Ministro della Repubblica Boschi, richiedendone le dimissioni per motivi di opportunità politica.
Il suo ragionamento è ineccepibile:
Delle due l’una, o il Governo non agisce in alcun modo per evitare il fallimento di Banca Etruria, oppure ne prevede il salvataggio chiedendo però, previamente, un passo indietro al Ministro.
La vicenda è divenuta arcinota dopo il suicidio del pensionato Luigino D’Angelo, evento che ha aperto una discussione pubblica sulla necessità del decreto salva-banche, sulle sue modalità, ed infine sul confitto di interessi, evidentissimo, del Ministro.
Nel nostro paese siamo ormai assuefatti al conflitto d’interessi di un esponente del governo, ci abbiamo convissuto per un ventennio. Anche se è ovviamente pur vero che le dimensioni delle due situazioni sono molto diverse, si sta in ogni caso discutendo del medesimo tema.
Ed è proprio in relazione alla trattazione pubblica di esso, che aumenta, forte, la preoccupazione, poiché il nuovo governo, instauratosi peraltro con coup de théâtre da Prima Repubblica, aveva promesso un serio giro di vite in materia. Si trattava, come ovvio, di false promesse, fumo negli occhi degli smemorati elettori. Ciò che più infastidisce però è in realtà la memoria corta di certa stampa e certe opposizioni, finché l’argomento era caldo sarebbe stato necessario battere il ferro di una proposta di legge, e invece nulla, tabula rasa.
Sedata ogni voce contraria, grazie anche alla inadeguatezza delle alternative rappresentate dal consent-hunter Salvini e dal non chiaro, e ancora troppo confusionario, universo cinquestelle, si attacca chi discute le scelte dell’esecutivo dipingendolo come un deprecabile sostenitore delle due inidonee alternative. La critica ormai pare non essere più contemplata dal potere: è un’insopportabile e fastidioso grattacapo, e ne viene indirettamente negata la legittimità stessa.
Tutto ciò si evince anche dalle rabbiose reazioni alle parole di Saviano, che chiedeva chiarimenti in merito ad una vicenda troppo oscura. Una tra le più scomposte è giunta dal deputato di Scelta Civica (ammesso che esista ancora) Gianfranco Librandi: “Le dichiarazioni di Saviano servono più a una sua personale campagna promozionale, per vendere più libri e guadagnare, che a raccontare la realtà. Il suo attacco è fango puro, buttato addosso al Ministro per alimentare odio, sospetti e istinti giustizialisti.” (altro…)