“Il primo ristorante itinerante che non nutre il tuo corpo ma la tua anima”.
Sabato pomeriggio, in Brera, due giovani attori hanno nutrito le anime dei passanti, deliziandoli con meravigliose poesie. L’atmosfera che hanno cercato di creare è quella di un ristorantino raffinato; vestiti elegantemente da camerieri, facevano accomodare i clienti su due graziose sedie con di fronte un piccolo tavolino su cui erano poggiati libri di poesie. Ai passanti curiosi che decidevano di fermarsi veniva fornito un menu colmo di piatti buonissimi che andavano dai classici, come La Divina Commedia, L’infinito, La pioggia nel pineto, ad altri più piccanti, come i sonetti del Belli o dell’Aretino, fino a versi internazionali. Tutte le poesie potevano essere recitate in francese, italiano, inglese e tedesco.
Incuriosita dall’affascinante proposta ho deciso di sceglierne anche io qualcuna da “assaggiare”.
Ho ordinato una poesia di Montale, una di Leopardi, una dell’Aretino e un canto della Divina Commedia. Tutte mi sono state recitate con un pathos intenso che mi ha permesso di cogliere sfumature che leggendole per conto mio non avevo colto. Mi hanno fatta sedere di fronte all’attore che recitava la poesia in un microfono collegato alle cuffie che avevo indosso. Ho trovato geniale l’idea perché si veniva assorti completamente dalla poesia, senza essere disturbati dal fremito della folla, in modo da potersi estraniare completamente dalla realtà e lasciarsi trasportare dal suono della loro voce, e dalle parole melodiose dell’opera. Inoltre i “piatti” potevano essere in bianco o conditi con un sottofondo musicale.
Matteo, uno dei due ragazzi che recitava, mi ha spiegato che Il Menu Della Poesia nasce da un gruppo di giovani attori che, separatamente e in contesti diversi, andavano in giro per bar o ristorati a proporre ai clienti un menu un po’ particolare, un menu di poesie. Così hanno deciso di unirsi e di chiamarsi I Mangiatòri.
L’iniziativa è stata finanziata dalla Commissione Cultura del Consiglio di Zona 1, che ha chiesto loro una proposta culturale-teatrale per animare il centro di Milano nel periodo Expo. “I Mangiatòri” hanno proposto Il Menu Della Poesia, data la centralità del tema dell’alimentazione in Expo. Hanno creato ironicamente la metafora del cibo per rispondere a chi dice che con la cultura non si mangia. Inoltre, forse la scelta di mettere delle poesie sul menu di un ristorante è dovuta proprio all’idea consumistica con cui siamo abituati a trattare tutto, anche l’arte. Essendo che la poesia, forse per la sua natura, è quella che meno si presta ad essere consumata e smerciata (ricordandoci di Pasolini: “Non possiamo parlare, in realtà, di poesia come di merce”), è sembrata una provocazione forte mettere a confronto Dante o Leopardi con le portate di un bistrot di lusso.
Lo scopo per cui hanno deciso di fare questa manifestazione, come mi ha spiegato, è quello di riavvicinare un pubblico composto da persone qualsiasi in parte alla poesia e alla letteratura e in parte a un intrattenimento in cui la qualità dell’incontro umano è molto alta. Gli spettatori che hanno assistito a ExPoesia (nei giorni di Venerdì 2 ottobre, Sabato 3 ottobre, Domenica 4 ottobre e sabato 10 ottobre) erano bambini, anziani, giovani, stranieri, discotecari, intellettuali, visitatori di expo, e ognuno a modo suo ha percepito il senso di questa proposta culturale.
Blanca Maris