Dove è finito il Trono?

È giunta al termine la quinta stagione della serie record di incassi dell’ HBO, Trono di Spade.

Siamo sinceri… questa stagione è stata alquanto deludente ed analoga delusione mi è sembrato di percepire anche da parte di molti altri appassionati che, come me, seguono assiduamente la saga sin dalla prima stagione.
Tirando le fila delle ultime vicende narrate, dove per altro i produttori hanno voluto drasticamente scostarsi dal romanzo, non è successo nulla di rilevante… o meglio, sono successe molte cose, ma, forse per una improvvisa crisi nella capacità narrativa, forse per un errato controllo del tempo e delle storie, gli snodi si sono affastellati tutti nell’ultima puntata, in cui effettivamente succedono molte di cose, ma nessuna vicenda viene chiusa in modo adeguato.
Stannis perde la battaglia e probabilmente muore (non lo vediamo, ma possiamo immaginarlo).

Daenerys viene accerchiata da migliaia di cavalieri (come ha fatto a non vederli o sentirli?) di cui non si sa niente, se siano un ulteriore aiuto per il suo esercito o piuttosto una tribù che non sa nulla di lei e del mondo civilizzato.

Arya uccide la guardia reale dei Lannister, che era da tempo sulla sua lista, ma, avendo disubbidito al Dio dalle molte facce, rimane accecata, ma per quanto? (non si capisce molto di quella scena, siamo sinceri).

Cersei viene finalmente umiliata, ma l’improvviso risveglio della Montagna fa presagire la sua vendetta.
Myrcella, di cui si era parlato pochissimo durante le seire precedneti, viene avvelentata dalla moglie di Oberyn; Sansa e Theon, dopo un’inavvertita redenzione di quest’ultimo, si lanciano dalle mura di Grande Inverno, alte una trentina di metri, e non si sa che fine facciano.

La vicenda di Jon Snow è l’unica che si conclude in modo adeguato, assassinato a tradimento dai suoi confratelli; tuttavia c’è già chi dice che verrà salvato nella prossima stagione dai poteri di Lady Melisandre.
Si potrebbe rilevare che sono arrivati gli Estranei (e non è cosa da poco): sono d’accordo, ma, alla fine, è da cinque stagioni che questi Non Morti erano annunziati …
Gli sceneggiatori hanno per nove puntate temporeggiato, rinviando tutti i colpi di scena alla puntata finale, ma per il resto? Solo una lunga attesa …

L’unica puntata, prima del finale di stagione, che mi è parsa compiuta ed interessante in sé, è la settima, “The Gift”, in cui per un momento ho sperato che la stagione prendesse finalmente – ma eravamo già verso la fine – il volo.
Arya è sempre stata a Bravos cercando di diventare un uomo senza volto, cosa che aspettavamo dalla seconda stagione; il risultato è Arya che lava i corpi di vecchi morti e vende ostriche e vongole (per altro, le scene in cui urla per strada invitando a comprare i frutti di mare sono, per via della voce dell’attrice, un trapano rovente nel timpano, che si è protratto per due puntate).
Stannis è stato al comando di un grande esercito sovvenzionato dalla Banca di Ferro di Bravos, ma ci sono volute 10 puntate prima che lo usasse contro i Bolton (nel frattempo, abbiamo assistito nella nona puntata, all’orribile episodio del sacrificio della figlia, che rende Stannis un personaggio odioso e machiavellico sotto tutti i punti di vista) ed alla fine la battaglia che tutti aspettavamo si è conclusa in meno di dieci minuti.
Per quanto ci siano dei grandi spunti, soprattutto evidenti riferimenti alla cultura classica (Stannis che sacrifica la figlia rinvia ad Agamennone che sacrifica Ifigenia per far cessare la bonaccia e poter salpare per Troia, Ifigenia che per altro, secondo la leggenda, sarebbe stata scambiata da Artemide con una cerva, simbolo dei Baratheon; Daenerys è palesemente ispirata ad Alessandro Magno, conquistatrice di terre e popoli, ma senza la capacità di radicare in modo permanente il suo potere; Jon Snow viene ucciso a tradimento come Giulio Cesare), la sostanza è poca, si è temporeggiato troppo e, a mio parere, gli sceneggiatori non hanno saputo gestire la gran quantità di storie che si è venuta a creare col tempo.
Se una stagione è di appena 10 puntate, non se ne possono realizzare così tante scarne, vuote …

Arrivati alla quinta stagione, non si intravede neppure da lontano l’esito da cui ha preso le mosse la saga, ovvero la conquista del Trono, anzi, non si vede affatto il Trono.
Con un Tommen “Baratheon” disperato e debole (già dalla passata stagione) molto simile a Romolo Augustolo, mi sarei aspettato una corsa al trono tra i diretti contendenti, Stannis e Daenerys, che invece perdono gratuitamente tempo e finiscono entrambi male.
In quella che doveva essere la serie in cui, finalmente, avrebbe dovuto iniziare ad assestarsi la complessa geografia del Trono di Spade, non ci è rimasto che una serie di puntate inutili e alcune, per giunta noiose …

Si era partiti per raccontare le trame di potere attorno ad un trono e ci si ritrova ora , con questa stagione, dinanzi ad una serie di storie ingestibili, che non si sa a dove possano portare; la sensazione è che i creatori, per sopire la noia data dai mille momenti fiacchi, abbiano usato, come unico strumento nelle loro mani per alzare gli ascolti e l’attenzione del pubblico, la via della decimazione del cast, facendo scomparire molti dei personaggi chiave!

Forse la produzione ha vissuto sugli allori del successo delle passate stagioni, forte di un pubblico ormai affezionato ed appassionato, ma ha tradito le aspettative (mie e) di molti.

Ora si dovrà aspettare un anno intero per vedere cosa succederà; ma la speranza è quella di un ritorno all’energia che la serie era stata in grado di trasmettere nelle stagioni precedenti.

Tommaso Frangini

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