L’Universo – che altri chiamano la Biblioteca – si compone di un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali.
E’ l’incipit del famoso racconto di Jorge Luis Borges La Biblioteca di Babele, dove si immagina un universo allucinatorio come una Biblioteca “illimitata e periodica” il cui segreto è nascosto dentro libri indecifrabili.
Tu, che mi leggi, sei sicuro d’intendere la mia lingua?
Lo scrittore argentino in questo breve scritto esprime la sua ossessione per le parole e la sua passione per la lettura: il lettore, l’uomo di Babele, è protagonista e viaggia tutta la vita in cerca di un libro in mezzo al nonsenso. La sua unica speranza è che qualcuno un giorno riesca a leggere il libro sull’Ordine del Tutto. Umberto Eco lo definisce “archivista delirante”, un ossimoro, per indicare il suo sperimentalismo e creatività, evidente anche in un’altra sua raccolta: L’Aleph.
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